giovedì 11 agosto 2011

The History of Fashion - la nuova rubrica del blog.

Da oggi nasce una nuova rubrica che inserirò in una nuova pagina all'interno del blog. Dato che i miei studi mi hanno portata a studiare la storia della moda e del costume, non tralasciando nessun aspetto valoriale dei dettagli della moda nel tempo. Dunque, apro ufficialmente la rubrica '' The History of Fashion'' in cui vi parlerò, non proprio brevemente come accade nei post di routine sui trend, di interessanti curiosità nella storia della moda. Se siete curiosi di saperne di più..leggete intanto questo articolo. L'appuntamento con The History of Fashion è di una volta a settimana sul mio blog. Stay tuned!

 

Dal gioiello al bijou

Per molto tempo il gioiello è stato essenzialmente una sostanza minerale: diamante o metallo, pietra preziosa od oro, la sua origine era la profondità della terra. Proprio a causa della sua origine e al suo percorso di realizzazione particolarmente costoso, era considerato comunemente come un oggetto infernale. L’immaginazione mitica dell’uomo associava quest’oggetto a quelle caverne sotterranee che nascondevano morti, tesori e colpe. Estratto dall’inferno, il gioiello ne diviene il simbolo per eccellenza e ne assume il carattere fondamentale: l’inumanità. I gioielli, inizialmente, erano in gran parte costruiti da pietre, e la pietra rappresentava l’oggetto inanimato che al tatto mostrava come peculiarità, la durezza; per cui la pietra non era né vita né morte, era immobilità infinita e quindi imperturbabile. Per secoli o forse millenni, il gioiello ha tratto dalla propria origine minerale questo potere simbolico: espressione di un ordine inflessibile come quello delle cose.L’immaginazione poetica dell’uomo ha poi riconosciuto nel diamante, la quintessenza della pietra, attribuendogli caratteristiche che andavano aldilà del tempo. La sua limpidezza era l’immagine morale della virtù più intensa: la purezza. Il diamante era considerato il figlio sterile della terra profonda, incapace di trasformarsi in marciume, in germe. La purezza, infatti, è vita ma anche infecondità e ciononostante seduce, perché il diamante, seppur duro, brilla. In questo modo fu inserito in un nuovo tema poetico in cui acquisiva connotati importanti; era contemporaneamente una sostanza fredda ma anche ignea, ghiaccio e fuoco si erano uniti per creare una pietra che rappresentava simbolicamente la bellezza.E quale simbolo migliore per rappresentare la vanità e la seduzione, se non il diamante? Per il suo fuoco per la sua freddezza, il diamante rappresentava l’opposizione tra il mondo e la solitudine, quell’ordine tanto temuto ma che tanto affascinava e che tanti hanno condannato nel tempo. Per secoli, anche l’oro con cui si realizzavano i gioielli presentava aspetti simbolici poco rassicuranti, essendo però una sostanza più intellettuale che simbolica, affascinava realtà fondate sulle merci, perdendo così d’immaginazione poetica.


 

L’oro era il segno per eccellenza, dotato di tutti i poteri e quindi di valore assoluto. Esso poteva convertire tutto nel suo contrario: avvilire e glorificare. Il gioiello ha risentito a lungo di questo potere dell’oro e infatti lo si indossava con l’idea di un potere enorme, a cui basta essere visto per essere dimostrato. Il gioiello per lungo tempo è stato un segno di forte potenza, di virilità e solo di recente, sommariamente, gli uomini hanno smesso di portare gioielli. L’uomo ha delegato alla donna l’esposizione della propria ricchezza perché la donna testimonia la potenza del marito; ma la motivazione di base è stata celermente travolta da nuovi significati simbolici che hanno raccontato di una donna che si perde nel possedere un gioiello e di un uomo che si da alla donna poiché divenuta essa stessa pietra preziosa e dura.


Marlene Dietrich


 

Ricorderete tutti Marylin Monroe in ''Diamonds Are A Girl's Best Friends", circondata da uomini che, travolti dalla bellezza della diva, la quale indossa gioielli luccicanti e particolarmente vistosi, continuano a proporle gioielli nell'intento di conquistarle il cuore. Oggi il tema della donna fatale sembra non essere del tutto scomparso, ma la mitologia attorno al gioiello è declinata da tempo. Il gioiello assume valore storico e si tramuta in bijou. Se il gioiello esprimeva la natura teologica della società antica, allo stesso modo il bijou di oggi potrebbe essere considerato un gioiello laicizzato poiché spogliato di valori poetici assume nuovi valori e simbologie che sono della nostra società. Essi, anzitutto non sono fatti solo di pietre e metallo ma di qualsiasi materiale, dal legno, al vetro al tessuto etc. Il loro prezzo non è, per così dire, disumano e spesso imitano materiali preziosi come oro o perle. L’imitazione è la caratteristica centrale della civiltà capitalista, essa, però non inganna, mira a mantenere le qualità estetiche del materiale che si presta ad imitare. Il bijou altro non è che la democratizzazione del lusso; finché la ricchezza regolava la rarità del gioiello questo aveva valore solo in base al prezzo, nella nostra società quando un oggetto diviene alla portata di tutti si inserisce in un nuovo aspetto di valutazione che è quello del gusto. Per quanto poco costi, il bijou deve essere sottoposto a quel valore funzionale che è lo stile poiché esso fa parte di un insieme. Il bijou diviene il dettaglio, non perché è prezioso in sé ma perché concorre a rendere speciale in maniera definitiva, qualsiasi look.

 



Il bijou ( 2011) realizzato da MIU MIU

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