Chi di voi ancora non ha letto ''
Voglio scrivere per Vanity Fair'' di
Emma Travet?... Io l'ho letto e vi consiglio di acquistarlo subito! Perchè? Una trama divertente e non banale, una scrittura sicura ed avvincente, un personaggio che assomiglia ad ognuno di noi e in cui sarà molto facile immedesimarsi. Infatti non è stato difficile divorare questo entusiasmante romanzo! Emma Travet in realtà si chiama
Erica Vagliengo, è una giovane giornalista di origini piemontesi, per la precisione, torinese, adora la sua città ed il suo lavoro. Il suo progetto editoriale è un innovativo esempio di self marketing legato al romanzo, che ha come protagonista l’alter ego della scrittrice, ed è supportato da una serie di partecipazioni a mostre, eventi vari e interviste in radio e tv. Le avventure di
Madamin Travet proseguono sul
blog emmatvanity.style.it, diventato ormai un seguitissimo fenomeno sul web (e non solo).
Io l'ho intervistata per voi...ed ecco qua.
Chi è Erica Vagliengo? Ma, soprattutto, chi è Emma Travet?In sei righe…sono una giornalista pubblicista, capo redattrice del mensile free press
Lookout magazine, collaboro anche con Oggi7 (il settimanale di Americaoggi). Adoro lasciare tracce su internet, la torta Zurigo, collezionare borsette (meglio se trovate nei mercatini delle pulci), l'arte contemporanea,
New York, il caffé macchiato (rigorosamente italiano). Da piccola mi sentivo un mix tra Mary Poppins e Virginia Woolf, cosicché da grande, nel 2007, ho scritto un romanzo con lo pseudonimo di Emma Travet, diventata molto più famosa di me, perché vista quasi come un’eroina contemporanea, in quanto (giornalista)
precaria sì, ma con stile.
Domanda d'obbligo (anche se probabilmente te l'avranno già fatta diverse volte): come è nato, dentro e fuori di te il progetto di un libro che raccontasse di una precaria?Semplicemente perché sentivo di dover narrare la storia di una ragazza di oggi, come ce ne sono tante, tra i 20 ed i 35 anni, spesso in balia della precarietà lavorativa- che si riflette, inevitabilmente anche sugli affetti- che, però, non si perdono d’animo e cercano di vivere con stile (cioè con dignità), ingegnandosi per regalarsi ogni giorno una piccola gioia quotidiana (dall’abito vintage pagato 5 euro al mercatino, alla colazione nel bar storico, passando per l’acquisto di un libro, adocchiato per caso in libreria), consapevoli di come la pensione bassa che prenderanno in futuro, non potrà permettere loro alcun lusso.
Erica il tuo percorso alla ricerca di un editore, è partito ancora prima che terminassi di scrivere il romanzo.
Prevenzione per mancanza di fiducia ( probabilmente lecita!) nell'editoria italiana?Prevenzione sì, parecchia, ma anche voglia di sperimentare strade nuove, di provare a lanciare un romanzo, non ancora scritto, trattandolo come un prodotto da promuovere su internet (che fornisce feed back molto più veloci rispetto alla strada tradizionale).
Hai utilizzato la piattaforma di Myspace per promuovere il tuo talento di scrittrice, consigli di fare lo stesso a chi ha intenzione di farsi conoscere nel mondo dell'editoria? Quanto è importante autopromuoversi sul web per avere possibilità nella realtà lavorativa italiana soprattutto?Consiglio di seguire la strada classica- da quella non si può prescindere, ricordiamoci che siamo pur sempre in Italia…- ma, in parallelo, di portare avanti un sentiero sul web. Purtroppo qui, occorre faticare dieci volte tanto per avere QUALCHE risultato. Figuriamoci nel bizzarro mondo dell’editoria! Quindi largo alle idee creative, alle sperimentazioni ed alla ricerca di strade nuove su internet.
I personaggi del romanzo sono alter ego di persone reali?Alcuni sì, altri no.
Domanda fatidica...come mai Emma Travet vuole scrivere proprio per Vanity Fair? E' il desiderio di Erica Vagliengo o di Emma Travet?Perché è, a suo parere, la rivista più completa, attuale, preparata ed interessante nel panorama editoriale italiano. E, se non erro, la più letta. Sì, è un desiderio comune.
L'originalità del libro sta proprio nel modo in cui la protagonista affronta il problema del precariato. Infatti Emma Travet è piena di inventiva, non si blocca davanti all’instabilità lavorativa ed economica e riesce a portare avanti i suoi obbiettivi senza perdere di vista le sue passioni: gli amici, il vintage, i viaggi, i libri. Essere '' precari con stile'', è il consiglio di Erica Vagliengo, veicolato dal personaggio di Emma T., per chi cerca di sopravvivere al mondo del precariato?Esatto, centrato in pieno, Gioia!
Non hai iniziato ( per ora! Ma te lo auguro!) a scrivere per Vanity Fair ma Silvia Nucini, giornalista di Vanity Fair, ti ha dedicato un trafiletto pungente. Infatti scrive che questo libro dovrebbe leggerlo il ministro Brunetta per rivedere la sua teoria sui bamboccioni. Non potrei essere più d'accordo. Insomma, Emma Travet ha tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio modello per i precari. Stai già pensando ad un seguito del romanzo?Meglio non diventare un modello, perché si tende a deludere le aspettative della gente. Io ho raccontato le vicende di una ragazza precaria, diverse coetanee, dopo averla letta, si sono immedesimate nella protagonista, e mi hanno scritto e-mail che portano a riflessioni profonde sul sistema Italia. Alcune le ho pubblicate sul mio sito
www.emmatravet.it . Al momento sto lavorando al seguito e partecipando a dibattiti sulla precarietà, ad eventi vari (ex. il Fashion Camp a Milano) e alle presentazioni del libro. Nel frattempo ho pubblicato la versione american english del romanzo (tradotto da Rossella Frigerio) su Amazon.com, come da consiglio del giornalista Maurizio Molinari, incontrato a New York, l’anno scorso. E poi, vi lascio con un’anticipazione: a breve ci sarà un grande cambiamento relativo al mio blog…curiosi di sapere di che si tratta? Continuate a seguirmi e lo scoprirete presto!
Ho avuto il piacere di ricevere da Erica l'originale progetto grafico e di merchandising ispirato agli accessori che la protagonista cerca, acquista, e indossa, facendoli diventare parte attiva delle sue avventure! Un’intera collezione di spille, specchietti da borsetta, burrocacao, portachiavi, venduti, in passato, direttamente sul web. Gli adesivi (o sticker) di Emma Travet, invece, sono stati fotografati dai suoi fan nei luoghi più impensati del pianeta per poi essere pubblicati periodicamente su facebook.
Insomma..se volete leggere un romanzo originale, '
'Voglio scrivere per Vanity Fair'' vi piacerà di sicuro!
Ph Gavin Spencer
CONTACT:e-mail emmat_vanity@hotmail.comface book: emma travet
www.myspace.com/emmatvanityfriend feed.com/emmatvanity
www.emmatravet.itPER ACQUISTARE IL SUO LIBRO:
nella versione italiana:
www.memori.it/schede/vanity.htmlnella versione american-english (a soli 3,44 dollari!) su
Amazon.comI SUOI PROSSIMI IMPEGNI:
6 settembre: presentazione del romanzo alla biblioteca di Volta Mantovana
15 settembre: moderatrice dell'incontro - organizzato da CNA giovani imprenditori - con Giampaolo Colletti (wwworkers) alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino)
23 settembre: Milano Fashion Week
18 ottobre: partecipazione al dibattito "Tutti giù per terra", sul mondo dei precari, al Circolo dei Lettori (Torino)
novembre: Fashion Party