Ormai si sa, i disoccupati del mondo dello spettacolo si buttano nel settore della moda con una facilità abbastanza avvilente. Creare una collezione sembra essere un ripiego per chi è stato licenziato dai media! Infatti, improvvisamente tutti i personaggi esiliati dal mondo dello spettacolo, si scoprono grandi stilisti e lanciano collezioni come se fosse una cosa che hanno sempre fatto. Da Valeria Marini, Alessia Fabiani, Victoria Beckham e chi più ne ha più ne metta...la moda sembra essere ormai solo di queste meteore dello star system. Il fatto che siano state abbandonate dalla ''gente che conta'', mi fa pensare proprio che non siano delle grandi stelle e che le loro presunte capacità creative siano un bel ripiego per avere di nuovo visibilità. A conferma di ciò il loro attuale ''impegno'' nel fashion system. Voglio dire, se almeno una di loro avesse avuto anche solo una minima intuizione profonda nei riguardi del fashion, non mi sarei fatta scrupoli nell'elogiarle ma a quanto pare non è così. Eh sì, perchè dobbiamo anche tenere conto che in Italia soprattutto, ma anche nel resto del mondo, un giovane designer che magari ha studiato a fondo il fashion e si è fatto stage per mesi ( e chi anche per anni! ) per farsi conoscere ad esempio durante la Milano Fashion Week deve sgomitare come non mai e il più delle volte deve dimostrare l'indimostrabile! C'è un razzismo di fondo che attanaglia i giovani designer e mi metto nei loro panni quando si vedono sbucare dal nulla un vecchio nome dello star system sulle passerelle, così..come niente fosse! Che gavetta si è fatta ad esempio, Alessia Fabiani? Il suo background ( misero ) dimostra che è passata da letterina a stilista in un men che non si dica... beh però ha avuto un flirt estivo con Stefano Bettarini che l'ha lanciata sulla carta patinata come scoop dell'estate! Ecco come funziona. Basta proclamarsi '' fashion victim'' e mettere questa accezione nel curriculum come esperienza, ed è fatta! E' anche vero che la moda ha un suo lato democratico che mantiene anche in questi casi visto che poi a scegliere di comprare i prodotti di queste starlette siamo noi, decreteremo quindi se un brand vale o meno...anche se, considerando l'emotività del consumatore nel momento in cui fa shopping, probabilmente non tutti faranno scelte diciamo '' morali''. Io spero sempre in una rivoluzione culturale, in cui lo shopping venga usato per protesta, ma mi rendo bene conto che è un pò utopico applicare questo nel nostro momento storico. Lo shopping è l'azione più democratica che possa esistere, sei tu che decidi cosa comprare e perchè, e l'unico modo per demolire questa lista senza fine di starlette che grazie al loro nome ( o a quello del marito! ) diventano stiliste all'improvviso, è applicare lo shopping per protesta, come diceva Mary Douglas nel suo libro ''Questioni di gusto''. Che poi magari la qualità dei prodotti di queste stiliste ''per caso'', è anche abbastanza buona..e quindi tra il nome che fa ''figo'' e la qualità accettabile, qualche soldone se lo mettono in tasca! C'è da considerare che queste starlette i soldoni li avevano anche prima di creare una loro linea, e questo non è un dettaglio da poco visto che, invece, molto giovani designer talentuosi partono da un budget molto ridotto e spesso per dare autenticità Made In Italy ai loro capi, fanno una fatica bestiale. Insomma...poi non ci lamentiamo se i nostri talenti mirano alle passerelle di Parigi e non a quelle di Milano....!!!
Alessia Fabiani ''Shoe Bijou"
Victoria Beckham Collection A/W 2011-2012